
Il polacco è tornato a segnare ma è scivolato in panchina anche nell’Hertha: a Pioli avrebbe fatto comodo una vera alternativa a Ibra
La freddezza dal dischetto è rimasta quella di sempre, la stessa che gli aveva permesso di segnare 3 dei 4 gol nella seconda stagione di Serie A prima di salutare il Milan e traslocare in Bundesliga. E così Krzysztof Piatek ha ricominciato da dove aveva lasciato: mercoledì, nel 2-2 del suo Hertha Berlino sul campo del Lipsia, il polacco è tornato al gol firmando il pareggio nel finale. Tre mesi dopo l’ultima volta e ancora su rigore.
RISERVA— Piatek ha giustamente festeggiato sui social, mostrando una foto della classica esultanza che un anno fa esaltava San Siro (e raccogliendo i like di Conti e Leao), ma il bilancio “tedesco” ancora non brilla: da gennaio a oggi l’ex numero 9 milanista ha segnato 3 gol, di cui due su rigore in campionato e solo uno su azione, il primo con l’Hertha, nel k.o. agli ottavi di Coppa di Germania contro lo Schalke, il 4 febbraio. La svolta che Kris cercava dopo il flop al Milan, insomma, non è ancora arrivata, tanto più se si considera che nel frattempo l’Hertha ha cambiato allenatore e Piatek è scivolato indietro nelle gerarchie: Bruno Labbadia, subentrato al traghettatore Nouri in piena pandemia, alla ripresa ha preferito puntare sul 35enne Ibisevic parcheggiando Piatek in panchina.
Il bosniaco lo ha ricambiato segnando nei due successi contro Hoffenheim e Union Berlino, lasciando all’ex rossonero solo le briciole. Kris, sempre subentrato dalla panchina con non più di 20 minuti a disposizione, ha sfruttato l’occasione al terzo tentativo bloccando sul pari quel Lipsia attorno al quale ruotano le sorti della panchina rossonera del futuro, tra Ralf Rangnick e Julian Nagelsmann.
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